" Furon venduti gli ori della mamma, cari ricordi. La vedova Pescatore, temendo che io e mia madre
fra poco dovessimo anche vivere sulla sua rendituccia dotale di quarantadue lire mensili"
"La vedova Pescatore stava quella mattina, a fare il pane, sbracciata, con la gonnella tirata sù e arrotolata intorno alla vita, per non sporcarsela."
" Finito di abburattare; intrisa la farina e coagulatala in pasta, ora essa la brandiva alta e la sbatteva forte apposta, su la madia: rispondeva così a quel che diceva la zia. Questa, allora, rincarò la dose. E quella, sbattendo man mano più forte «Ma sì! – ma certo! – ma come no? – ma sicuramente!»; poi, come se non bastasse, andò a prendete il mattarello; e se lo pose lì accanto, su la madia, come per dire: ci ho anche questo. Non l'avesse mai fatto! Zia Scolastica scattò in piedi, si tolse furiosamente lo scialletto che teneva su le spalle e lo lanciò a mia madre "
Nella madia si lavorava faticosamente la pasta lievitata e successivamente si formavano delle pagnottelle di pasta che unite tra loro, due o massimo tre porzioni, si formava la fila. |
" Posso dire che da allora ho fatto il gusto a ridere di tutte le mie sciagure e d'ogni mio tormento. Mi vidi, in quell'istante, attore d'una tragedia che più buffa non si sarebbe potuta immaginare. "
"Un collocamento fisso m'abbisognava.
— Aspetta! — esclamò allora Pomino. — Sai che mio
padre è ora al Municipio?
— No. Ma me l'immagino.
— Assessore comunale per la pubblica istruzione. "
" E così, quattro giorni dopo, diventai bibliotecario. Sessanta lire al mese. Più ricco della vedova Pescatore!"
" Appena arrivato, si toglieva dal taschino del panciotto un vecchio cipollone di rame, e lo appendeva a muro con tutta la formidabile catena; sedeva, coi due bastoni fra le gambe, traeva di tasca la papalina, la tabacchiera e un pezzolone a dadi rossi e neri; s'infrociava una grossa presa di tabacco, si puliva, poi apriva il cassetto del tavolino e ne traeva un libraccio che apparteneva alla biblioteca: Dizionario storico dei musicisti, artisti e amatori morti e viventi, stampato a Venezia nel 1758. "
" In un Trattato degli Arbori di Giovan Vittorio Soderini si legge che i frutti maturano «“parte per caldezza e parte per freddezza; perciocché il calore, come in tutti è manifesto, ottiene la forza del concuocere, ed è la semplice cagione della maturezza.”» Ignorava dunque Giovan Vittorio Soderini che oltre al calore, i fruttivendoli hanno sperimentato un'altra “cagione della maturezza”.
Per portare la primizia al mercato e venderla più cara, essi colgono i frutti, mele e pesche e pere, prima che sian venuti a quella condizione che li rende sani e piacevoli, e li maturano loro a furia d'ammaccature. "
" so che, alla fine, mi ritrovai nel podere della Stìa, presso alla gora del molino, e che un tal Filippo, vecchio mugnajo, lì di guardia "
La gora, canale che porta l'acqua a un mulino |
" Quelle cinquecento lire rimasero un pezzo tra le pagine di un libraccio della biblioteca. Poi servirono per me; e furono – come dirò – la cagione della mia prima morte. "
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